Il NASA-TLX come strumento di misura del carico di lavoro alla guida: uno studio su un campione di motociclisti

Il carico di lavoro (e.g, Tsang & Wilson, 1997 ) è una delle principali cause di incidenti nei motociclisti, esso dipende da fattori ambientali e da precondizioni psicologiche dell’operatore (motivazioni, aspettative, emozioni, ecc.), varia da persona a persona, da compito a compito e da situazione a situazione. I principali metodi di misura sono: (1) Indici fisiologici (precisi ma invasivi), (2) Indici comportamentali (oggettivi ma insensibili allo sforzo), (3) Indici soggettivi (agili ma somministrati a posteriori). È stata effettuato uno studio di validazione del NASA-TLX , attraverso procedura di back translation, replicando il lavoro di Ma e collaboratori (2003), ma aggiungendo alcune condizioni sperimentali. Creazione di un sito web per la raccolta dati Sono staticompilati interamente 137 questionari on line. Si osservano differenze significative del punteggio medio al NASA-TLX nelle varie condizioni di guida e sulle differenti scale del questionario, dimostrando che lo strumento è sensibile a tali variabili.

Bracco, F., Chiorri, C., Mortola, M., Bottiglieri, L., Piccinno, T., & D’Anna, F. (2008). Il NASA-TLX come strumento di misura del carico di lavoro alla guida: uno studio su un campione di motociclisti. Poster per il convegno-workshop “Lo psicologo del traffico: teorie, esperienze, prospettive”. Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, 19 aprile. PDF

Validazione italiana del Dula Dangerous Driving Index. Alcuni risultati preliminari

Abstract: Il Dula Dangerous Driving Index (DDDI, Dula, 2003) è un questionario self-report di 28 item, risposte su scala Likert di frequenza a 5 punti. È stata condotto l’adattamento in lingua italiana dalla versione originale inglese mediante procedura di back-translation. La somministrazionedel test e di una scheda sociodemografica è stata effettuata via internet  a 570 soggetti. È stata condotta un’analisi di dimensionalità potenziale su un semicampione casuale (n = 285). L’analisi parallela e la statistica MAP hanno suggerito una soluzione a 2 fattori quale soluzione ideale. L’analisi fattoriali esplorative (WLSMV) hanno mostrato che la soluzione a 2 fattori (AD+NE vs RD) è quella che meglio approssima la struttura semplice e ha un’invarianza di misurazione rispetto all’altro semicampione analoga a quella del modello a 3 fattori (CFI = .88, TLI = .92, RMSEA = .07 vs CFI = .89, TLI = .93, RMSEA = .07).

Chiorri, C., Mortola, M., Bottiglieri, L., Piccinno, T., & D’Anna, F. (2008). Validazione italiana del Dula Dangerous Driving Index. Alcuni risultati preliminari. Poster per il convegno-workshop “Lo psicologo del traffico: teorie, esperienze, prospettive”. Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, 19 aprile. PDF

Validazione italiana dell’Emotional Intelligence Scale (EIS)

Per quanto di recente formulazione (Salovey & Meyer, 1990), l’intelligenza emotiva (EI) è un costrutto al centro di un acceso dibattito fra gli studiosi, soprattutto per ciò che concerne la sua definizione. Le due linee di pensiero prevalenti sono quelle che lo definiscono come un’abilità cognitiva (Mayer & Salovey, 1997) o come un tratto (Schutte et al., 2001). Questo studio ha avuto lo scopo di valutare attendibilità e validità della versione italiana della Emotional Intelligence Scale (EIS, Schutte et al., 1998), una misura di EI di tratto. Un primo campione di soggetti (N=300) ha completato una batteria comprendente EIS, Toronto Alexithymia Scale-20 (TAS-20, Taylor et al., 1992) e Symptom Check List-90 (SCL-90, Derogatis, 1983); un secondo campione (N=301) ha completato EIS e Balanced Emotional Empathy Scale (BEES, Mehrabian 1996); un terzo campione (N=84) ha completato EIS e Mayer–Salovey–Caruso Emotional Intelligence Test (MSCEIT, Mayer et al., 2002), una misura di EI di abilità. In generale, la scala ha mostrato una buona coerenza interna (alpha>.81), ma analisi fattoriali confermative hanno indicato che il modello di misurazione ad un fattore non è adeguato. Ulteriori analisi fattoriali esplorative e confermative hanno confermato i risultati già noti in letteratura di una struttura a quattro fattori con scarsa invarianza da un campione all’altro. Il punteggio totale correla negativamente con quello di TAS-20 (-.386) e con quello di Ossessione-Compulsione di SCL-90 (-.339), mentre non sono emerse relazioni sostanziali (r>|.30|) con le scale di MSCEIT né con età, genere o titolo di studio. Tali risultati confermano (e.g., Goldenberg et al., 2006) che non solo misure di tratto e di abilità di EI non mappano lo stesso costrutto, ma anche che EIS non misura in maniera adeguata un unico costrutto.

Benacchio, S., Rosso, A.M., & Chiorri, C. (2007). Validazione italiana dell’Emotional Intelligence Scale (EIS) di Schutte et al. (1998). Comunicazione per il Congresso Nazionale sezione di Psicologia Sperimentale AIP, Como, 17-19 Settembre. PDF

Quella sporca dozzina: adattamento italiano di una misura breve della Dark Triad.

Nell’ultimo decennio vi è stato un crescente interesse nei confronti del “lato oscuro” della personalità, ossia quella costellazione di tre tratti socialmente indesiderabili (machiavellismo, psicopatia e narcisismo) che Paulhus e Williams (2002) hanno chiamato Dark Traid. Per quanto esistano strumenti psicometrici validi e attendibili per la misura di questi tratti, hanno tutti il difetto di essere costituiti da un numero rilevante di item che può sconsigliarne l’uso in quei contesti dove il tempo per l’assessment è limitato. La mancanza di uno strumento breve per la valutazione della Dark Triad è stata recentemente colmata dallo sviluppo del Dirty Dozen (DD) da parte di Jonason e Webster (2010). In questo contributo vengono riportati i risultati di quattro studi che hanno indagato le proprietà psicometriche della versione italiana della scala, prodotta dagli autori con un metodo misto di forward- e back-translation.
DD è stato somministrato a tre gruppi indipendenti di popolazione generale (n1=128, n2=305, n3=102). Un quarto gruppo di studenti universitari (n4=164) ha compilato DD due volte a distanza di tre settimane mentre un quinto gruppo (n5=70) ha compilato DD insieme a misure dei Big Five, autostima, orientamento sociosessuale e aggressività.
Modelli di equazioni strutturali esplorativi hanno mostrato che il modello di misurazione atteso a tre fattori correlati è stabile nei tre campioni di popolazione generale e che DD possiede adeguata stabilità temporale (rtt>.89 per tutte le scale). Le correlazioni dei punteggi con le altre misure somministrate nel quinto studio hanno replicato i risultati originali di Jonason e Webster.
Sebbene rimanga ancora da verificare la validità convergente e discriminante di DD con le misure esistenti di machiavellismo, psicopatia e narcisismo, la versione italiana dello strumento mostra di possedere proprietà psicometriche adeguate e analoghe a quelle della versione originale.

Chiorri, C., Modafferi, C., Dapino, C., De Angelis, J., & Guidetti, M. (2013). Quella sporca dozzina: adattamento italiano di una misura breve della Dark Triad. Poster presentato al XIX congresso di Psicologia Sperimentale dell’Associazione Italiana di Psicologia, AIP. Roma, 16-18 settembre. PDF