Validazione italiana dell’Emotional Intelligence Scale (EIS)

Per quanto di recente formulazione (Salovey & Meyer, 1990), l’intelligenza emotiva (EI) è un costrutto al centro di un acceso dibattito fra gli studiosi, soprattutto per ciò che concerne la sua definizione. Le due linee di pensiero prevalenti sono quelle che lo definiscono come un’abilità cognitiva (Mayer & Salovey, 1997) o come un tratto (Schutte et al., 2001). Questo studio ha avuto lo scopo di valutare attendibilità e validità della versione italiana della Emotional Intelligence Scale (EIS, Schutte et al., 1998), una misura di EI di tratto. Un primo campione di soggetti (N=300) ha completato una batteria comprendente EIS, Toronto Alexithymia Scale-20 (TAS-20, Taylor et al., 1992) e Symptom Check List-90 (SCL-90, Derogatis, 1983); un secondo campione (N=301) ha completato EIS e Balanced Emotional Empathy Scale (BEES, Mehrabian 1996); un terzo campione (N=84) ha completato EIS e Mayer–Salovey–Caruso Emotional Intelligence Test (MSCEIT, Mayer et al., 2002), una misura di EI di abilità. In generale, la scala ha mostrato una buona coerenza interna (alpha>.81), ma analisi fattoriali confermative hanno indicato che il modello di misurazione ad un fattore non è adeguato. Ulteriori analisi fattoriali esplorative e confermative hanno confermato i risultati già noti in letteratura di una struttura a quattro fattori con scarsa invarianza da un campione all’altro. Il punteggio totale correla negativamente con quello di TAS-20 (-.386) e con quello di Ossessione-Compulsione di SCL-90 (-.339), mentre non sono emerse relazioni sostanziali (r>|.30|) con le scale di MSCEIT né con età, genere o titolo di studio. Tali risultati confermano (e.g., Goldenberg et al., 2006) che non solo misure di tratto e di abilità di EI non mappano lo stesso costrutto, ma anche che EIS non misura in maniera adeguata un unico costrutto.